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Chi mai può dubitare che il notaio sia preposto dalla Repubblica a tutela dei diritti fondanti della Repubblica medesima?
Non si spiegherebbe altrimenti il perché di un pubblico concorso per la sua nomina, il perché dell’assegnazione di una sede anche a volte disagiata, il giuramento di fedeltà alla Repubblica; il perché di un’ irreprensibile condotta morale prima e dopo l’insediamento; i continui controlli del Ministero della Giustizia, della Magistratura, del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Attributario di funzioni di adeguamento, di certazione, di garanzia, di controllo, di terzietà, di prevenzione; a metà tra amministrazione e giurisdizione, il notaio ha sempre speso la sua professionalità, con responsabilità personale, al fine di tutelare i diritti garantiti dalla Costituzione: famiglia - proprietà immobiliare - patrimonio culturale - imposizione fiscale - credito - associazionismo - cooperazione - sociale - sicurezza…
Oggi l’economia è globalizzata, l’Europa è unita, si affermano nuove Istituzioni di garanzia ed il notaio di “civil law”, su modello italiano, è sempre più reintrodotto nei Paesi emergenti dell’Est, “esportato” in Cina, studiato con crescente interesse nell’America del Nord.
La sfida del notaio del terzo millennio è proprio quella di essere uguale a se stesso ma pronto a cogliere i cambiamenti. Pronto a confrontarsi con le altre Istituzioni, a riaffermare la certezza delle regole e l’esigenza di responsabilità.
Questo evento è un’imperdibile occasione. Si confrontano molte Istituzioni preposte a garanzia della Costituzione per una sfida ed una speranza: sono maturi ora i tempi perché anche la Costituzione garantisca esplicitamente le sue Istituzioni?
Paolo Piccoli Adolfo de Rienzi